Milano
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HOTEL VILLA DUCALE



[ 09 June, 2010 ] • [ eureka ]

9) "L'AMORE E' ETERNO" - FRANCA MARSALA | MESSINA

La coppia arrivò in albergo a Taormina il sabato sera. Sarebbe stata una splendida vacanza se Enzo non fosse stato con sua moglie. Marina era costantemente nervosa da ormai troppi mesi. Si sentiva un infelice, erano sposati da quattro anni e già gli sembrava un’eternità. E se pensava agli anni futuri gli veniva l’angoscia. Esiste il divorzio, ma sua moglie era talmente attaccata alle tradizioni che gli avrebbe fatto l’inferno prima di accordarglielo, non che ora vivesse in paradiso.

L’idea di concedersi un po’ di distrazione gli era venuta dopo l’ennesimo litigio, anche se avrebbe potuto rilassarsi solo lontano da lei. Non poteva però lasciarla a casa se non voleva rischiare che i parenti, suoceri in primis, gli dessero dell’egoista, dell’insensibile. Enzo pur di evitare qualsiasi problema si era convinto che in fondo avrebbe potuto divertirsi lo stesso. La Sicilia a inizio giugno con il mare azzurro, il sole abbacinante e la gente cordiale sarebbe stata un toccasana per il suo umore.

L’albergo poi era davvero accogliente ed elegante, ma senza ostentazione. E la vista era spettacolare, sul paese con le viuzze e le spiagge bianche già affollate.

Li accompagnò in camera, al secondo piano, un ragazzo alto e bruno, molto giovane, a cui diede una mancia generosa. Voleva iniziare con il piede giusto. Marina ebbe subito da ridire sulla stanza che invece aveva un grande e comodo letto, Enzo lo provò subito, e degli armadi spaziosi. Non le andò bene neppure il bagno, malgrado fosse più ampio e meglio attrezzato di quello di casa loro.

Marina disse di essere stanca e volle andare a letto immediatamente. Enzo, controvoglia, la imitò. Rimase sveglio a lungo rimuginando... (segue - totale battute: 9005)

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[ 09 June, 2010 ] • [ eureka ]

47) "SOTTO IL CIELO DI TAORMINA" - ANTONIETTA BONTEMPO | GALATI MAMERTINO (ME)

Terra di dominazioni, terra di miti, di leggende, di tradizioni, terra di una bellezza ancora, a tratti, selvaggia, terra del fuoco e del sole, terra dalle mille contraddizioni… Adoro la mia terra, la mia Sicilia… mi scorre nel sangue come un marchio indelebile. Viaggiare, girovagare alla scoperta di nuove piccole grandi realtà, mi fa sentire vibrante di vita, ma ho il bisogno impellente di tornare. Sempre. Sul legame inscindibile con questa terra incantata ho improntato la mia vita, consapevole che la scelta di non mettere radici in un altrove qualsiasi ha fatto si che mi lasciassi sfuggire delle opportunità, imprimendo alla mia vita un corso diverso. Triangolo di paradiso, che sa anche diventare inferno, questo piccolo mondo è in me: i suoi elementi, l’acqua, l’aria, la terra, il fuoco danno vita ad un’alchimia che si radica nel cuore ed io non riesco a lasciare i miei luoghi senza farvi continuo ritorno. E voglio scoprire e vivere quanti più angoli possibili di questa mia terra…

Così vicina, sognata e da tanto tempo non visitata: l’elegante e affascinante Taormina. C’ero stata con lui, in un’accaldata giornata d’agosto, una giornata meravigliosa, il cui ricordo ha la forza di cancellare ricordi molto meno piacevoli: mi chiamava la sua “anima bella” in quel periodo … camminavamo mano nella mano lungo le vie affollate di gente dai volti abbronzati e sorridenti, rubandoci uno, dieci, cento baci, tra risate autentiche e parole leggere come farfalle, tra un click ed un altro, complici deliziosi vicoletti in fiore ed inebrianti profumi… E’ un attimo, ho deciso. Ci vado, ci torno da sola, me lo devo... (segue - totale battute: 11340)

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[ 15 January, 2011 ] • [ eureka ]

58) "OH, TAORMINA: UN AMORE MAI NATO" - PATRIZIA VARCHI | GELA (CL)

Taormina l’ho vista per la prima volta nell’80 in occasione di una gita scolastica. Di quel giorno conservo una scolorita fotografia scattata in piazza 9 Aprile da cui si apre la magnifica balconata del Belvedere. Appoggiata, una ragazzina con una gonna che sventola al vento sulle gambe magre. La ragazzina ero io, avevo i capelli lunghi al vento, un paio d’occhiali così grandi da sembrare più grandi sul mio viso scarno. Sergio scattò la foto, un ragazzo con una montagna di capelli neri inanellati, jeans stretti a tubo, camicia aperta sul petto, di cui non sapevo cogliere la bellezza di adone greco essendo ben chiusa come le valve di una conchiglia acquattata nel fondo marino. Scattata la foto, imbronciato mi venne incontro... (segue - totale battute: 6870)

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[ 11 February, 2011 ] • [ eureka ]