33) "GLADIATORE" - FABIO TALOTTI | NAPOLI
Fin da piccolo il destino mi aveva riservato prove molto dure, il luogo dove nacqui era già una di queste. Nascere in Africa, nel luogo dov’è cominciata l’umanità, significa avere il colore della pelle come quello della tua terra che, molto spesso, è stata bagnata dal sangue della tua gente. L’Africa incarna lo spirito dell’uomo che è in grado di fare cose straordinarie ma, nello stesso tempo, è capace di commettere azioni imperdonabili. Fu per questo che i miei genitori pensarono che farmi nascere in una terra migliore mi avrebbe dato una vita più felice della loro.
La mia storia comincia così, in una nave stracolma di profughi diretta verso l’Italia. Nessuno sentiva i miei primi vagiti tra tutte quelle urla, né mio padre rimasto in Africa, né mia madre che giaceva senza vita sul fondo di quella stiva. Certo, i miei genitori non avrebbero voluto farmi nascere in quelle condizioni ma in fin dei conti non è così facile decidere il luogo in cui nascere. Nonostante tutto, il loro volere era stato in qualche modo esaudito: vivere lontano da un paese sfiancato dalla guerra.
Chi si prese cura di me, nei miei primi giorni di vita, è un mistero ma, chiunque fosse, riuscì a tenermi in vita per poi consegnarmi alle autorità italiane. Era il venticinque aprile, il giorno della festa della liberazione italiana, mi diedero il nome di Marco, il santo evangelista che morì proprio in quel giorno. Il nome Marco ha origini latine e significa sacro al dio Marte; non ci fu nome più appropriato che potessero darmi viste le guerre che opprimevano tutto il continente africano. Fui affidato ad un orfanotrofio al centro di Roma, in via Merulana, una strada alberata che porta alla Basilica di San Giovanni in Laterano... (segue - totale battute: 40425)
[ 18 November, 2010 ] • [ eureka ]
La mia storia comincia così, in una nave stracolma di profughi diretta verso l’Italia. Nessuno sentiva i miei primi vagiti tra tutte quelle urla, né mio padre rimasto in Africa, né mia madre che giaceva senza vita sul fondo di quella stiva. Certo, i miei genitori non avrebbero voluto farmi nascere in quelle condizioni ma in fin dei conti non è così facile decidere il luogo in cui nascere. Nonostante tutto, il loro volere era stato in qualche modo esaudito: vivere lontano da un paese sfiancato dalla guerra.
Chi si prese cura di me, nei miei primi giorni di vita, è un mistero ma, chiunque fosse, riuscì a tenermi in vita per poi consegnarmi alle autorità italiane. Era il venticinque aprile, il giorno della festa della liberazione italiana, mi diedero il nome di Marco, il santo evangelista che morì proprio in quel giorno. Il nome Marco ha origini latine e significa sacro al dio Marte; non ci fu nome più appropriato che potessero darmi viste le guerre che opprimevano tutto il continente africano. Fui affidato ad un orfanotrofio al centro di Roma, in via Merulana, una strada alberata che porta alla Basilica di San Giovanni in Laterano... (segue - totale battute: 40425)
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