13) "LO SGUARDO LIRICO DI ALDA MERINI NELLE ANTICHE ACQUE DEI NAVIGLI" - BARBARA PIAZZA | BERGAMO

L’acqua del naviglio aveva il profumo denso della sua pelle solcata dal flusso sinuoso della corrente. Il tempo aveva ancorato le sue radici tra i canali oscuri, allontanando lo smog metropolitano con matasse d’erba dall’aspetto stravagante che approdavano in superficie come zattere di un mondo rurale calpestato dalla modernità. Quei grovigli erbosi roteavano sotto i suoi occhi affacciati ad uno dei ponti del Naviglio Grande, subito dopo la Darsena di Porta Ticinese, dove lo sguardo si spalancava sull’antico orizzonte per scomparire tra i riflessi argentati delle onde, smosse appena dal passaggio di qualche battello o da improvvise raffiche tumultuose.

Da quella prospettiva, proprio in quel punto strategico che aveva su di lei l’effetto ipnotico di un lontano richiamo, assorbiva il vento della campagna circostante, respirandola a pieni polmoni.

In quel tardo pomeriggio di fine estate, la sua mente richiamava a sé i campi di granturco e di fieno dorato della vicina periferia milanese. Le acque dei canali penetravano nel cuore della città con il loro flusso inarrestabile, lento ma costante, come a disvelare il mistero del tempo.

In quel movimento, viaggiavano le sue memorie, mentre gridava con l’anima:

Sono il poeta che canta e non trova parole/ sono la paglia arida sopra cui batte il suono…”.

Era il ricordo di Milano quando appariva ancora a misura d’uomo; nei suoi occhi quelle immagini luccicavano tra gli antichi bagliori, mescolandosi al profumo della terra e lei avrebbe voluto restituire ai milanesi l’essenza vitale delle sue emozioni rivolgendo alla più recente generazione il proprio monito:

“Tu ragazza… bella ridente e giovane/ con il tuo ventre scoperto/ e una medaglia d’oro/ sull’ombelico… che scorri inconsapevole tra le mode del tempo alla ricerca di un banale happy hour nella tua città straniera, questa è… Milano, quella che tu non conosci e non vedrai mai come l’hanno vista i miei occhi”... (segue - totale battute: 15179)

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[ 14 July, 2010 ] • [ eureka ]

12) "LA SPONDA DEL NAVIGLIO" - LUCA FOLTRAN | LENTATE SUL SEVESO (MI)

Ore 5.30 del mattino.
Come ogni giorno aspetto il furgone bianco con la scritta rossa “on the road” che dovrebbe passare a prendermi. Dico “dovrebbe” in quanto per la gente come me, attaccata al nulla, si tratta di una speranza. Come dice Gino, il capomastro, a volte ne bastano cinque, altre ne servono almeno il doppio. Ed io aspetto appoggiato al muretto che delimita il Naviglio, sperando di vedere apparire in lontananza il furgone carico di immigrati diretti al prossimo cantiere. Un paio d'ore, fino alle otto, poi se non sarò tra i prescelti di oggi mi dirigerò più in là, a far compagnia ad Aisha mentre cerca di vendere qualcuno dei suoi prodotti allineati sul telo sporco della bancarella. Per noi immigrati, qui a Milano, la vita è questa.

Il freddo pungente del mattino si fa sentire anche attraverso il cappotto logoro che ho comprato a buon prezzo da un cinese,spacciandomelo per lana. Nessuna etichetta per controllare, solo una questione di fiducia tra chi compra e chi vende e ancora una volta ho scelto male, qui il vento passa, come se indossassi una maglietta di carta... (segue - totale battute: 3993)

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[ 12 July, 2010 ] • [ eureka ]