PROLOGO
Quando Mario, l'esperto ed affidabile addetto al ricevimento dell'Hotel Miló di Lacerna, inaspettatamente si licenzia per divenire anch'egli un viaggiatore, il direttore dell'albergo, Guido, è costretto a pianificare di nuovo la propria successione.
Chi sceglierà, considerando che il receptionist ha il delicatissimo compito di assegnare a ciascun ospite la stanza giusta, quella che risuonerà con la sua anima? Chi sceglierà, sapendo che nella storia ormai secolare dell'hotel è d'uso che sia proprio il receptionist a diventare, al culmine della carriera, il direttore dell'albergo?
La scelta ricadrà su Anna, una giovane e talentuosa impiegata alla quale è stata offerta un'opportunità, o sullo strampalato Pietro, il bizzarro tuttofare che si divide fra l'hotel e la sua ossessione per il ritmo dei passi? Entrambi sembrano infatti dotati del naturale talento di entrare in sintonia col variegato mondo di personaggi che si affacciano dall'altra parte della reception, ancora ignari del fatto che una sosta all'Hotel Milò darà un nuovo avvio alle loro vite.
La sensibilità femminile di Anna, dunque, o il senso del tempo da DJ radiofonico di Pietro?
Il tempo... esiste forse un bene più prezioso? Il tempo di cui si è nutrita la tradizione dell'esclusivo hotel, quello che ha visto avvicendarsi una stagione dopo l'altra di ospiti e di lavoranti. Lo stesso tempo la cui polvere si è depositata sui misteriosi libri della biblioteca che costituisce il cuore pulsante dell'antica dimora della famiglia Milò, da sempre proprietaria della prestigiosa struttura.
Ma ora è tempo di cominciare...
Incipit
Non dormiva quasi mai, ma quando dormiva lo faceva davvero bene.
Nico era cresciuto in un piccolo paese turistico: sotto ai piedi, la sabbia ed un mare disordinato capace di riempire le narici e arruffare i pensieri; oltre le spalle, alte colline immobili graffiate da composti quadretti rigogliosi.
[continua...]
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UNA VISIONE DEL MILÓ DI ANNA PARISI
"...sotto ai piedi, la sabbia ed un mare disordinato
capace di riempire le narici e arruffare i pensieri..."