L’annoiata protagonista di questo scritto, assomiglia all’accanita fumatrice di un romanzo che lessi tempo fa, di cui al momento non rammento il titolo, ma ho ben chiara nella mente la trama e le frasi:

“Tamburellava le dita sul finestrino dell’auto, fra lo spazio del vetro e lo sportello, poi cercò nervosamente una sigaretta nella borsa. Com’era possibile dimenticare quella cosa velenosa con la scritta ben in vista “Il FUMO FA MALE”, ma che per lei era “VITALE”?

Ma quella è un’altra storia.

Da quando il divieto di fumare negli ambienti chiusi era stato emanato, le sue sigarette rimanevano sempre da qualsiasi altra parte meno che dentro la sua borsetta, proprio quella che per l’appunto aveva cambiato in occasione di quel viaggio per una più capiente ma... malasorte, nulla conteneva di quello che in quel momento cercava.

Si ricordò che la mattina, dopo aver sorseggiato il caffè in cucina, si era accesa una sigaretta, forse il pacchetto era rimasto sopra la tavola? Continuò a cercare nella borsa, che conteneva solo taccuini, chiavi, varie carte, telefonino antico, l’oggetto catturò l’attenzione: “Come vola il tempo, sono già usciti quelli di nuova generazione” pensò guardandolo impietosa e distraendosi per un attimo dalla spasmodica ricerca della desiderata nuvola di fumo...

(segue...)

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