43) "MEDITANDO SU UNA GOCCIA DI RUGIADA" - MICHELA ORLANDO | FISCIANO (SA)
L’attesa del nuovo giorno talvolta è troppo lunga, esasperante.
È mezzanotte. Seduta sulla sponda di un letto, nella stanza numero 54 dell’albergo Best Western Hotel Maggiore di Bologna, rivedo il suo sguardo. Lui, Johannes Ludwig Bruno Maria S., solo Bruno per gli amici e Ludy per me, con un sms secco, ha comunicato: Arriverò domani, alle ore 24. È stato capace di mettermi addosso un’agitazione mai provata, neppure durante i cinque anni di inviata su vari fronti di guerra, neppure sotto una pioggia di granate, neppure quando ho visto un palazzo frantumarsi accanto all’albergo dove tentavo di dormire, dopo un mese di insonnia forzata, e neppure quando fu colpito l’elicottero che mi portava oltre la linea di fuoco e mi salvai, io sola, per il rotto della cuffia. E neppure quando vidi il corpicino di un bambino esangue, steso per terra, senza più vita.
L’ho sognato a lungo quel corpicino, colpito alla fronte da un unico proiettile qualche secondo prima. Avrà avuto non più di tre anni. La mia mano tremò. Poi arrivò la madre; e dovetti fotografare lo strazio, l’atrocità più assurda e inconcepibile: come può una madre sopravvivere al proprio figlio? Lo teneva stretto sul petto, col corpo riverso all’indietro e la testa tragicamente reclinata verso la terra polverosa, con un rivolo di sangue che ancora gli rigava il volto e il petto. Un cane nero, accucciato accanto a loro due, li guardava con occhio triste. E tremava. Adesso scopro che un sms è capace di ridurmi alle stesse angosce, alle paure più inaspettate, alle lacrime, sino e spingermi a desiderare di fuggire. Si, è proprio quello che vorrei fare, che farei se un’altra forza, violenta e insuperabile, non mi costringesse a resistere, ad attenderlo. Mi arrendo al desiderio irruente e immane; sono priva di volontà; non riesco a recidere i fili che mi legano a lui indissolubilmente. Gli basta un sms per farmi ritornare alla mente la sua voce stentorea, il movimento volitivo delle mani curate, da pianista raffinato, le maniere eleganti, lo sguardo enigmatico. Giro e rigiro il cellulare tra le dita. Lo riaccendo e rileggo il testo del suo sms. Non posso sbagliarmi, è proprio così, ha scritto solo: Arriverò domani, alle 24 in punto. Null’altro. Ora devo solo sperare che arrivi. Non ho potuto fargli sapere qual è la stanza prenotata, da tempo, nell’albergo che aderisce all’Associazione Alberghi del Libro d’Oro... (segue - totale battute: 19849)
[ 26 agosto, 2009 ] • [ eureka ]
È mezzanotte. Seduta sulla sponda di un letto, nella stanza numero 54 dell’albergo Best Western Hotel Maggiore di Bologna, rivedo il suo sguardo. Lui, Johannes Ludwig Bruno Maria S., solo Bruno per gli amici e Ludy per me, con un sms secco, ha comunicato: Arriverò domani, alle ore 24. È stato capace di mettermi addosso un’agitazione mai provata, neppure durante i cinque anni di inviata su vari fronti di guerra, neppure sotto una pioggia di granate, neppure quando ho visto un palazzo frantumarsi accanto all’albergo dove tentavo di dormire, dopo un mese di insonnia forzata, e neppure quando fu colpito l’elicottero che mi portava oltre la linea di fuoco e mi salvai, io sola, per il rotto della cuffia. E neppure quando vidi il corpicino di un bambino esangue, steso per terra, senza più vita.
L’ho sognato a lungo quel corpicino, colpito alla fronte da un unico proiettile qualche secondo prima. Avrà avuto non più di tre anni. La mia mano tremò. Poi arrivò la madre; e dovetti fotografare lo strazio, l’atrocità più assurda e inconcepibile: come può una madre sopravvivere al proprio figlio? Lo teneva stretto sul petto, col corpo riverso all’indietro e la testa tragicamente reclinata verso la terra polverosa, con un rivolo di sangue che ancora gli rigava il volto e il petto. Un cane nero, accucciato accanto a loro due, li guardava con occhio triste. E tremava. Adesso scopro che un sms è capace di ridurmi alle stesse angosce, alle paure più inaspettate, alle lacrime, sino e spingermi a desiderare di fuggire. Si, è proprio quello che vorrei fare, che farei se un’altra forza, violenta e insuperabile, non mi costringesse a resistere, ad attenderlo. Mi arrendo al desiderio irruente e immane; sono priva di volontà; non riesco a recidere i fili che mi legano a lui indissolubilmente. Gli basta un sms per farmi ritornare alla mente la sua voce stentorea, il movimento volitivo delle mani curate, da pianista raffinato, le maniere eleganti, lo sguardo enigmatico. Giro e rigiro il cellulare tra le dita. Lo riaccendo e rileggo il testo del suo sms. Non posso sbagliarmi, è proprio così, ha scritto solo: Arriverò domani, alle 24 in punto. Null’altro. Ora devo solo sperare che arrivi. Non ho potuto fargli sapere qual è la stanza prenotata, da tempo, nell’albergo che aderisce all’Associazione Alberghi del Libro d’Oro... (segue - totale battute: 19849)
[scarica l'intero racconto in formato PDF]
[ 26 agosto, 2009 ] • [ eureka ]