48) "IL MISTERO DELLA MORTE MUTA" - MICHELA ORLANDO | FISCIANO (SA)
Quando Michaela Kimberly appare nell’Hotel Sole al Pantheon non è una visione tranquillizzante. Con la pistola in pugno, continuando a camminare, tiene sotto mira, per almeno un minuto, una famigliola inglese, con tre bimbi al seguito, due ragazze in elegante abito blu e il portiere in livrea. Restano tutti immobili e trattengono il respiro. Poi i bambini si immergono in altri pensieri e parlano a bassa voce tra loro.
L’irruzione della giovane si perfeziona quando si arresta al centro della hall, piega leggermente le ginocchia e impugna l’arma con entrambe le mani: -Fermi tutti, e badate: questa non è una rapina.
Sottolinea il non e lascia la pistola nella mano destra. Mentre l’altra corre verso la tasca posteriore dei jeans, i tre in divisa tirano un respiro di sollievo. Estraendo il tesserino, si avvede della paura persistente degli altri adulti e l’atteggiamento quasi strafottente dei bambini, che continuano a far comunella, come dessero per scontato che la faccenda non li riguardi.
La sua irruenza e l’atteggiamento violenti sono mediati dalla sobria eleganza, dai tratti del volto disegnati perfettamente dalla natura generosa, dalla silhouette felina, agile.
In inglese tranquillizza gli spauriti ospiti in partenza. Li invita a finire le operazioni di pagamento e gli spiega che possono andare via senza problema.
Si approssimano altri dipendenti dell’Hotel; li invita a continuare a badare alle loro mansioni. Poi si avvicina al banco. Osserva la pianta dell’Hotel e: -Nella stanza Ariosto c’è un morto. Tutti gli avventori possono andare via e non occorre che raccogliate dati più di quelli che avete.
Sempre con la pistola in pugno, tenendo sotto controllo l’uscita, prende il cellulare e telefona: -Sono l’ispettrice Michaela Kimberly Nicoletti. Mi trovo all’Hotel Sole al Pantheon. Venite presto, c’è un morto nella stanza Ariosto... (segue - totale battute: 14818)
[ 30 agosto, 2009 ] • [ eureka ]
L’irruzione della giovane si perfeziona quando si arresta al centro della hall, piega leggermente le ginocchia e impugna l’arma con entrambe le mani: -Fermi tutti, e badate: questa non è una rapina.
Sottolinea il non e lascia la pistola nella mano destra. Mentre l’altra corre verso la tasca posteriore dei jeans, i tre in divisa tirano un respiro di sollievo. Estraendo il tesserino, si avvede della paura persistente degli altri adulti e l’atteggiamento quasi strafottente dei bambini, che continuano a far comunella, come dessero per scontato che la faccenda non li riguardi.
La sua irruenza e l’atteggiamento violenti sono mediati dalla sobria eleganza, dai tratti del volto disegnati perfettamente dalla natura generosa, dalla silhouette felina, agile.
In inglese tranquillizza gli spauriti ospiti in partenza. Li invita a finire le operazioni di pagamento e gli spiega che possono andare via senza problema.
Si approssimano altri dipendenti dell’Hotel; li invita a continuare a badare alle loro mansioni. Poi si avvicina al banco. Osserva la pianta dell’Hotel e: -Nella stanza Ariosto c’è un morto. Tutti gli avventori possono andare via e non occorre che raccogliate dati più di quelli che avete.
Sempre con la pistola in pugno, tenendo sotto controllo l’uscita, prende il cellulare e telefona: -Sono l’ispettrice Michaela Kimberly Nicoletti. Mi trovo all’Hotel Sole al Pantheon. Venite presto, c’è un morto nella stanza Ariosto... (segue - totale battute: 14818)
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[ 30 agosto, 2009 ] • [ eureka ]